La cultivar “Gigante” è stata introdotta in Italia e in Molise due secoli fa tramite innesto (Tanno, 2014).
Era usanza diffusa in molte popolazioni molisane raccogliere le sorbe anzitempo, prima che ammezzivano, per spaccarle a metà e seccarle sui graticci. Le varie porzioni s’infilzavano ad un filo formando così rosari o serti che si appendevano in soffitta o in altri locali ventilati per consumarli nelle sere d’inverno vicino al fuoco a bagno nel vino o nel liquore.
Attualmente esistono poche piante relitte nel territorio Molisano, in cui l’ingrossamento al piede è il segno dell’ avvenuto innesto.
Quello che chiamiamo frutto (pomo) nella realtà è un falso frutto, perché non si tratta di una trasformazione del solo ovario (come avviene nei frutti veri) ma anche di altre parti del fiore saldate assieme (ricettacolo, altre parti).
La peculiarità che li contraddistingue da ogni altro pomo è la presenza di peluria sui frutti e sulle foglie.