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FRUMENTO DURO MARZUOLO DI AGNONE

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Codice scheda: IS_002_05_006_97

Famiglia: Graminaceae

Genere: Triticum

Specie: Triticum durum Desf_

Diffusione e mercato: Il frumento duro è comparso negli ordinamenti colturali piuttosto tardi (IV sec. a.C.) soppiantando il farro in tutta l’area mediterranea e medio-orientale a clima caldo e siccitoso, dove tuttora ha la massima diffusione. Assai recente è l’introduzione del frumento duro negli altri continenti. Circa il 15% della superficie arabile mondiale è coltivata a frumento duro e tenero. La superficie mondiale investita a grano duro è di circa 18 milioni di ettari, ed è sottoposta a continue oscillazioni. I maggiori produttori mondiali sono: UE, Canada, Turchia, USA e Siria. Le produzioni più elevate in Italia sono ottenute in Puglia, Sicilia, Marche, Toscana e Basilicata. La produzione di grano duro nel mondo è pari a circa 34 milioni di tonnellate.

Caratteri botanici e biologici: Il frumento duro fa parte del gruppo dei cereali microtermi ed è tetraploide (2n=28). Quasi sicuramente è il frutto di selezione operata dall’uomo in climi caldo–aridi, per caratteri utili quali le spighe e la granella (cariossidi nude, endosperma vitreo e ricco di proteine), a partire dai frumenti tetraploidi primitivi. E’ una specie con metabolismo fotosintetico di tipo C3. L’apparato radicale è di tipo fascicolato e presenta delle radici seminali (di origine embrionale, sottili, ricchissime di peli radicali e molto ramificate) e avventizie (di sviluppo successivo a e costituiscono la grande massa del sistema radicale). Lo stelo del frumento duro è un culmo costituito da nodi e internodi; è provvisto di foglie e all’estremità superiore presenta l’infiorescenza. Il culmo ha una sezione circolare, con diametro decrescente dalla base all’apice e nella parte interna, in corrispondenza degli internodi, di solito è vuoto, ma l’ultimo internodo è pieno. I nodi sono il punto di origine delle foglie, costituite da una guaina avvolgente il culmo stesso. Il numero e la lunghezza degli internodi, l’ampiezza e il portamento delle foglie, il diametro e lo spessore del culmo sono caratteri mutevoli con la specie, la varietà e con gli accorgimenti colturali. Ogni culmo porta all’apice l’infiorescenza che nel frumento è chiamata spiga, che presenta fiori sessili semplici attaccati direttamente all’asse. Ogni spiga è formata da un rachide, costituito da corti internodi, che portano a ogni estremità una spighetta (circa 20 per spiga) formata da due glume, che racchiudono diversi fiori, non tutti fertili, contenenti ognuno un ovario. Ogni fiore è protetto da due glumette, una inferiore e una superiore. Nella parte interna della glumetta inferiore si trovano due squamette che rigonfiandosi, dopo la fioritura, provocano l’apertura delle glumette e la fuoriuscita delle antere. La fioritura è autogama e cleistogama poiché avviene a fiori chiusi. Caratteristiche tipiche del frumento duro sono: spiga lateralmente compressa, glume carenate fino alla base e glumette inferiori terminanti sempre con una resta molto lunga e spesso pigmentata. Il grano duro a seconda della lunghezza del ciclo e dell’epoca di semina può essere suddiviso in non alternativo (semina autunnale) e alternativo (semina primaverile). In Molise i frumenti duri alternativi sono detti marzuoli. Il ciclo di sviluppo del frumento può essere suddiviso in 5 fasi fenologiche principali: germinazione, accestimento, levata, fioritura, maturazione.

Esigenze pedo-climatiche: Il frumento duro si adatta bene ai diversi tipi di suolo, ma predilige i terreni ben dotati, di medio impasto ed argillosi. Non teme i freddi invernali (utili alla vernalizzazione) e richiede, a partire dalla levata, temperature crescenti. In fase di maturazione il frumento duro si avvantaggia di un clima caldo e poco piovoso. Si sviluppa meglio, contrariamente ai frumenti teneri, in climi più caldi e secchi. Il frumento duro è una pianta a medie esigenze idriche, concentrate soprattutto nel periodo tra la levata e le prime fasi di maturazione, quindi non necessita di interventi irrigui. Invece teme il ristagno idrico, i forti venti ed i temporali primaverili in quanto causa di allettamento (soprattutto nelle varietà autoctone) e rottura della spiga.

Principali avversità: Nonostante siano numerose le avversità del frumento, dopo attenta valutazione della gravità degli attacchi e dell’entità del danno, nonché della convenienza economica, in genere nell’Italia meridionale non sono necessari interventi appositi durante la vegetazione. Comunque, numerosi sono i funghi patogeni che possono attaccare il frumento nei suoi vari organi, dalle radici alla spiga, da soli o in associazione, in tempi diversi o contemporaneamente. Vi sono parassiti considerati secondari in passato che oggi, con l’intensificazione della coltivazione, stanno aumentando la loro pericolosità. I più importanti e comuni sono i seguenti: mal del piede (patogeni vari), ruggini (Puccinia spp.), oidio o mal bianco (Erisiphe graminis) septoriosi (Septoria tritici e Septoria nodorum), carie (Tilletia spp.), carbone (Ustilago tritici) e la segale cornuta (Claviceps purpurea). I parassiti animali che attaccano la pianta di frumento sono: larve degli elateridi (Agriotes lineatus, A. obscurus, A. pilosus), larve della mosca del frumento (Clorops taeniopa, Oscinella frit), afidi (Sitobium avenae, S. granaria) e cimici (Aelia rostrata). Inoltre, la granella immagazzinata è soggetta agli attacchi delle tignole e del punteruolo. Le principali erbe infestanti del frumento duro sono: monocotiledoni (Avena spp, Lolium spp, Phalaris spp, Alopecurus spp, Bromus spp, con ciclo biologico simile a quello del frumento) e dicotiledoni (Papaver spp, Matricaria, Cirsium, Brassica, Raphanus, Sinapis, Convolvolus, Fumaria, Bifora, Galium, Poligonum, Rumex, con ciclo primaverile).

Tecnica colturale: La coltivazione del frumento duro marzuolo (microtermo, alternativo a semina primaverile) trae notevoli vantaggi dall’avvicendamento colturale. Sono buone precessioni colturali il mais, la bietola, il pomodoro, la patata, il girasole, le leguminose perché il frumento è in grado di utilizzare molto bene il residuo di fertilità lasciato nel terreno da tali colture. Conviene sempre evitare la successione con altri frumenti. Tradizionalmente le lavorazioni preparatorie per il frumento duro marzuolo sono le seguenti: - trinciatura dei residui della coltura precedente (ove necessario); - aratura, con rovesciamento completo della fetta, a 0,3-0,4 m di profondità; - affinamento superficiale con successivi passaggi di estirpatore o di erpici di vario tipo. In autunno o in primavera negli ambienti di alta collina, si provvede alla semina fatta a file con seminatrice tradizionali o pneumatiche; le file sono semplici e la distanza varia da 0,14 a 0,18 m. La densità di semina varia a seconda degli ambienti e delle precipitazioni da 200 a 350 semi germinabili per metro quadrato. Le dosi dei vari elementi nutritivi da apportare con la concimazione vanno stabilite oculatamente per evitare sia insufficienze che eccessi: questi potrebbero costituire semplice spreco o, talora, essere causa di effetti negativi sulla resa. La concimazione potassica si effettua solo nei suoli naturalmente poveri. In tal caso si procederà a una semplice restituzione: 50-100 unità secondo che la paglia resti o venga asportata. Per il fosforo vale analogo ragionamento: si dovranno ogni anno apportare i 60-80 kg/ha di P205. Qualora questi apporti siano necessari, si faranno solo in presemina interrando i concimi. La dose di concimazione azotata va decisa caso per caso, tenendo in debita considerazione l’eventuale apporto di letame. La quantità di azoto da somministrare varia da 60-80, nei suoli più fertili o asciutti, a 110 kg/ha nei suoli più poveri o molto umidi. Questa concimazione deve essere effettuata parte in presemina (circa 30%) e parte in copertura. Una tecnica irrinunciabile nella coltivazione del frumento duro marzuolo, è il controllo delle erbe infestanti. I nuovi orientamenti del diserbo del frumento sono quelli di un’azione mirata con limitazione dell’impiego dei prodotti residuali e quindi della pre-emergenza. La strategia di difesa in post-emergenza è senz’atro nell’ottica di un controllo integrato più mirato, anche se più impegnativa da gestire sia per la scelta del prodotto che per il momento di intervento.

Raccolta, caratteristiche agronomiche, resa e utilizzazione: La raccolta ha inizio quando l’umidità della granella è scesa sotto il 14%. La raccolta del frumento duro marzuolo avviene da fine giugno ad agosto (in genere dopo i frumenti duri a semina autunnale), a seconda delle altitudini, mediante il taglio della pianta (mietitura), e la separazione dei chicchi dalla paglia e dalla pula (trebbiatura). In genere queste due operazioni sono svolte contemporaneamente, con l’impiego di una mietitrebbia. La resa per ettaro può variare sensibilmente per diversi fattori tra cui i principali sono l'andamento climatico stagionale e la tecnica colturale adottata. La produzione media annua in granella è di circa 2.1 t/ha. I dati produttivi sono il risultato medio di 20 anni di prove in Molise. Il grano marzuolo è caratterizzato dalla brevità del ciclo colturale (si può seminare anche a marzo, specie autoctona alternativa), dalla resistenza ai freddi (particolarmente adatto alle zone montane) e da cariossidi scure, cristalline e particolarmente dure. L’altezza della pianta può raggiungere i 100 cm circa. Il peso ettolitrico è di circa 77 kg/hl, mentre il peso di 1000 semi è circa 32 g. Le cariossidi hanno un contenuto in proteine di circa 13,6 % della sostanza secca. Questi parametri produttivi possono variare a causa della differente tecnica colturale e dell’ambiente di coltivazione. Dalla macinazione del grano duro marzuolo si ottiene della semola particolarmente adatta alla produzione della pasta alimentare.

Provenienza: Agnone (IS)

Distribuzione sul territorio: Agnone (IS)