Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca
Famiglia: Cucurbitaceae
Genere: Cucumis
Specie: Cucumis melo L.
Diffusione e mercato: Originario dell’Africa, il Melone è oggi diffuso in tutto il mondo per i suoi frutti rotondeggianti, dolci e profumati. In Italia si coltiva su circa 20.000 ettari, in gran parte in pieno campo ma anche in coltura semi-forzata o in serra. Le regioni che producono una quantità maggiore di meloni sono: Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, Lazio e Lombardia.
Caratteri botanici e biologici: Il melone è una Cucurbitacea annuale costituita da un fusto principale strisciante, che si ramifica e, grazie ai viticci, può diventare rampicante, se fornito di sostegni. Le foglie sono arrotondate, reniformi, ruvide al tatto. Le radici sono molto sviluppate lateralmente in superficie, ma scendono molto anche in profondità. La pianta è monoica, prima si sviluppano fiori maschili (più piccoli di quelli femminili), poi i fiori femminili. Il frutto è un peponide di notevoli dimensioni e peso (1-4 Kg) costituito da un epicarpo (“buccia”) e da un mesocarpo carnoso che costituisce la parte edule, al cui interno si forma una cavità riempita dal tessuto placentare (massa spugnosa e flaccida) nella quale sono inseriti numerosi semi. Questi sono allungati, appuntiti a un’estremità, bianchi, di peso variabile. I frutti sono apprezzati per la possibilità di essere conservati per molti mesi (fino all’inverno): i frutti possono essere lisci e senza costole, di colore verde scuro o chiaro, con alcune striature gialle o leggere costole, con polpa bianca, dolce ma poco profumata. Questi meloni sono coltivati principalmente nelle regioni meridionali dove l’ambiente caldo e secco favorisce la dolcezza e la serbevolezza dei frutti. Il peso di 1000 semi varia da circa 20 a 70 g. In Italia, oltre alla varietà inodorus (melone d’inverno), sono presenti essenzialmente altre due cultivar: var. cantalupensis (cantalupo) e var. reticulatus (retato).
Esigenze pedo-climatiche: La pianta di melone è molto esigente per quanto riguarda l’ambiente di coltivazione, infatti, necessita di alte temperature ma con bassa umidità e richiede terreni profondi, fertili e privi di ristagni idrici. Tollera terreni leggermente calcarei con pH compreso tra 6 e 7,5. E’ mediamente sensibile alla salinità del terreno.
Principali avversità: Le avversità più frequenti e temibili del melone sono: il mal bianco (Erisiphe cichoracearum), la peronospora (Pseudoperonospora cubensis), la Tracheofusariosi (Fusarium oxysporum) gli afidi (Aphis spp.) e i virus (CMV, MYSV, ecc.).
Tecnica colturale: Dopo aver preparato opportunamente il terreno (aratura a 35-50 cm e ripassi), si passa alla semina o al trapianto che avviene in primavera avanzata e con temperature di 14-15 °C. La semina viene effettuata a file: distanza tra file di circa 2-2,5 m e distanza delle piante di 0,8-1 m sulla fila. Per quanto riguarda l’avvicendamento la coltura del melone d’inverno non può tornare su un terreno prima che siano passati diversi anni a causa delle avversità che lo caratterizzano. Con il trapianto ed in condizioni di allevamento opportune si guadagna in precocità. Il melone d’inverno richiede l’apporto di 60-100 Kg/ha di P2O5, 150-200 Kg/ha di K2O e 120-180 Kg/ha d’azoto; i concimi fosfatici e potassici vanno dati al momento della preparazione del terreno, dovendo essere interrati; quelli azotati parte all’impianto, parte in copertura. Qualora sia poco disponibile nel terreno, la coltura del melone d’inverno si avvantaggia di una concimazione di calcio e magnesio. Anche se in certe aree meridionali il melone d’inverno è tradizionalmente coltivato in asciutto, di norma al melone da pronto consumo viene praticata l’irrigazione (volumi stagionali di 2.500-4.000 m3/ha). Il controllo delle erbe infestanti si fa con sarchiature finché lo sviluppo della coltura lo consente; successivamente, se necessario si può intervenire con prodotti chimici per post-emergenza. Un intervento sulla pianta finora considerato necessario è la cimatura con cui lo stelo principale prima, e gli steli secondari poi, vengono spuntati opportunamente, lasciando 2-4 foglie; in questo modo si favorisce e si anticipa l’emissione dei fiori femminili. Per una efficace lotta contro le tracheomicosi è possibile ricorrere anche all’innesto.
Raccolta, caratteristiche agronomiche, resa e utilizzazione: La raccolta inizia indicativamente 90-110 giorni dopo la semina e prosegue scalarmene per 15-30 giorni. I meloni d’inverno vanno raccolti ad uno stadio di sviluppo ben preciso perché un ritardo compromette la serbevolezza, un anticipo compromette la qualità (almeno 10% di contenuto zuccherino). Il taglio dei frutti va eseguito la mattina presto per garantire una buona conservazione. I frutti si possono conservare fino a 5 mesi a 7-10 °C e con 85-90% d’umidità relativa. Le produzioni medie di frutti sono di circa 34.0 t/ha. I frutti sono lisci e senza costole, di colore giallo-verde chiaro, con polpa bianca, dolce ma poco profumata. La coltivazione in ambiente caldo e secco favorisce la dolcezza e la serbevolezza dei frutti.
Provenienza: Guglionesi (CB)
Distribuzione sul territorio: Guglionesi (CB)