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MAIS DI GUGLIONESI

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Codice scheda: CB_029_10_091a_07

Famiglia: Graminaceae

Genere: Zea

Specie: Zea mays L.

Diffusione e mercato: Il mais originario dell'America si diffuse in Europa nel 1500. In Italia le regioni padane, grazie al clima favorevole, furono quelle che introdussero il mais nei loro ordinamenti colturali in maniera massiccia, e tuttora è tra le colture più praticate. Ma anche le regioni peninsulari centrali trovarono nel mais un valido contributo al precario sostentamento alimentare delle popolazioni agricole, tanto che questa coltura entrò a far parte degli ordinamenti colturali del centro Italia pur se il clima di quest'area non fosse ideale. Nelle graduatorie cerealicole il mais è al terzo posto dopo frumenti e riso. La maggior parte della produzione è localizzata negli USA, mentre in Italia le regione che producono più mais sono il Veneto, la Lombardia e il Piemonte.

Caratteri botanici e biologici: Il mais (cereale macrotermo, metabolismo fotosintetico di tipo C4) è una pianta annuale, monoica, con stelo unico, grosso e carnoso, raramente accestito. L’infiorescenza maschile è una pannocchia (detta pennacchio) posta all’apice dello stelo, mentre l’infiorescenza femminile è una spiga (detta pannocchia) posta all’ascella delle foglie. L’apparato radicale è di tipo fascicolato e presenta radici seminali, secondarie o avventizie e aeree; quest’ultime prendono origine dai primi 2-3 nodi fuori terra ed hanno funzione soprattutto di ancoraggio. Il culmo del mais, denominato stocco, è di altezza variabile e costituito da nodi e internodi; da ogni nodo prendono vita le foglie, le quali si dispongono alternativamente sui due lati dello stocco. L’infiorescenza maschile è un panicolo posto all’apice dello stelo, formato da spighe e spighette; quest’ultime portano 2 fiori con 3 stami. L’impollinazione è anemofila. Caratteristica del mais è il fenomeno della proterandria che può provocare una ridotta allegagione in caso di prolungato stress idrico in concomitanza della fioritura. L’infiorescenza femminile è una spadice composta da un’asse centrale (tutolo) sul quale si inseriscono un numero variabile di file di spighette riunite in coppie. Una spiga può contenere 14-20 file di spighette, le quali possono contenere fino a 50 fiori ciascuna. Il peduncolo della spiga presenta un numero variabile di nodi-internodi da cui prendono vita foglie (quasi solo guaina) che vanno a costituire brattee o cartoccio a protezione dell’intera spiga. Il fiore femminile è costituito da un ovario con uno stigma filiforme che corre sotto le brattee ed esce all’esterno all’apice della spiga per poter essere fecondato dal polline. Ad ogni fiore corrisponde uno stigma per cui alla fioritura si osserva sulla punta della spiga un ciuffo di “sete”. La granella del mais è un frutto indeiscente (cariosside), di colore giallo-rossiccio, di media dimensione e di diversa frattura (farinosa, vitrea, ecc.) in base alla qualità e quantità di amido contenuto.

Esigenze pedo-climatiche: Il mais è una pianta macroterma, esige temperature elevate per tutto il suo ciclo vitale, durante il quale manifesta esigenze via via crescenti. Infatti, non germina e non si sviluppa (zero di vegetazione) se le temperature sono inferiori a 10 °C. La temperatura ottimale per l'accrescimento è di 22-24 °C, mentre per la fioritura di 26 °C. Le regioni più adatte alla coltivazione del mais sono quelle dove in estate le piogge sono frequenti e regolari. In Italia solo le regioni nord-orientali hanno una pluviometria abbastanza favorevole, nel resto del paese è più sentito l'ausilio dell'irrigazione. Il consumo idrico medio di una coltura di mais è di circa 4.000-6.000 m3/ha. Per quanto riguarda il terreno, il mais è un ottimo esempio di adattabilità alle più varie condizioni; unica intolleranza è il ristagno idrico che provoca asfissia radicale. Il mais predilige terreni con pH neutro o moderatamente sub-acido, ed è moderatamente sensibile alla salinità. Un buon suolo per il mais deve essere ricco di azoto e di sostanza organica umificata.

Principali avversità: I parassiti animali che danneggiano il mais possono essere ipogei ed epigei; i primi attaccano la parte sotterranea, i secondi la parte aerea. Tra i parassiti ipogei vanno ricordati: le agrotidi (gen. Scotia), gli elateridi (gen. Agriotes), il grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa) e le larve dei maggiolini (Melolontha melolontha). Mentre tra gli insetti epigei vanno ricordati la piralide (Pyrausta o Ostrinia nubilalis) e la sesamia (Sesamia cretica). Per quel che riguarda le micosi, le principali sono: marciume dello stocco (Gibberella zeae, Fusarium moniliforme), elmintosporiosi (Helminthosporium turcicum e H. maydis), carbone (Ustilago zeae) e il marciume del seme e della plantula (Pythium).

Tecnica colturale: La preparazione del terreno per la semina del mais di Guglionesi si basa su un lavoro profondo (40-45 cm), per assicurare la costituzione di riserve idriche nel terreno e per consentire un profondo sviluppo dell'apparato radicale, e a seguire, lavori complementari di affinamento delle zolle e di controllo delle erbe infestanti. La semina è primaverile e sarà eseguita possibilmente solo dopo che la temperatura del terreno abbia raggiunto almeno 10-12 °C. La densità di piante per metro quadrato varia a seconda della lunghezza del ciclo, dell’utilizzo della coltura e dell’ambiente di coltivazione. Per l’ecotipo di Guglionesi la densità ottimale per una coltura da granella è di circa 8-9 pinate per metro quadrato. Se si utilizza il mais per farne insilato le densità di semina salgono di circa il 10-20%. Per la semina si utilizza una seminatrice di precisione e la profondità di semina è di circa 5-6 cm. La distribuzione delle piante di mais sul terreno è fatta a file, distanti l'una dall'altra tanto da rendere possibile tutte le operazioni colturali e il giusto irraggiamento solare (circa 75 cm). È possibile anche una semina come intercalare che però da produzioni ridotte. Il mais di Guglionesi, essendo coltura che svolge il suo ciclo nel periodo primaverile-estivo, si avvantaggia grandemente della concimazione organica. La letamazione e la concimazione minerale con concimi fosfo-potassici vanno effettuate in presemina per garantire un buon interramento. Mentre la concimazione azotata viene fatta in parte alla semina (30-40%) e in gran parte in copertura. In terreni di buona fertilità, non letamati, le concimazioni che vanno previste sono dei seguenti ordini di grandezza: N 200-250 kg /ha, P2O5 80-100 kg /ha, K2O: 50-100 kg /ha (ove necessario). Per quel che riguarda i consumi idrici unitari non sono molto elevati, ma per sostenere la sua produttività sono richieste disponibilità d'acqua che solo in poche zone sono assicurate dalle riserve del terreno e dalle piogge del periodo di crescita; quindi sono quasi sempre necessari apporti idrici esterni. Per l’ecotipo di Guglionesi è possibile anche una coltivazione in asciutta in zone più umide, che però non assicurano elevate produzioni. Due cure culturali a cui è difficile rinunciare sono la sarchiatura e rincalzatura; tra gli innumerevoli vantaggi di queste tecniche vi è anche il controllo delle erbe infestanti. Laddove queste non dovessero bastare, si può agire sempre con il diserbo chimico in pre e post-emergenza. Il mais è una specie miglioratrice e, pertanto, apre la rotazione in cui seguirà un frumento che utilizzerà tutti i residui nutritivi lasciati dal mais molto esigente.

Raccolta, caratteristiche agronomiche, resa e utilizzazione: Il mais di Guglionesi da granella può essere raccolto dalla maturazione fisiologica in poi. Spesso però, per le caratteristiche pedo-climatiche dell’ambiente di coltivazione, la granella potrebbe presentare un'umidità troppo alta che rende necessaria l'essiccazione artificiale per una buona conservabilità. La raccolta può essere fatta in spiga (che sarà sgranata in futuro) o direttamente in granella. Il primo sistema è quello tradizionalmente eseguito quando si raccoglie a mano: le spighe vengono staccate dalla pianta, "scartocciate" (eliminando le brattee che le avvolgono), lasciate essiccare, per poi essere sgranate con una macchina sgranatrice. Il sistema più rapido (meno legato alla tradizione) e più universalmente diffuso di raccolta del mais è quello con macchina combinata (mietitrebbia), che esegue contemporaneamente la raccolta e la sgranatura. La produzione media in granella secca del mais di Guglionesi è di circa 6,4 t/ha. Il numero di file di cariossidi sulla spiga è di circa 12. Il peso di 1000 semi è circa 268 g. La granella può essere utilizzata per l’alimentazione animale ed umana (polenta, dolci, pane, ecc.).

Provenienza: Guglionesi (CB)

Distribuzione sul territorio: Guglionesi (CB)