Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca
Famiglia: Fabaceae
Genere: Lens
Specie: Lens culinaris Medik
Diffusione e mercato: La lenticchia è una delle più antiche piante coltivate dall’uomo a scopo alimentare per via degli alti contenuti in sali minerali e proteine. Originaria delle regione medio-orientale della Siria e dell’Iraq, si è subito diffusa un po’ in tutto il mondo. I maggiori produttori mondiali sono India e Turchia. In Italia vi è una modesta coltivazione.
Caratteri botanici e biologici: La pianta è annuale e si presenta bassa, ramificata, gracile, semiprostrata. La radice della lenticchia è fittonante ma la profondità raggiungibile dal fittone non è grande. La radice presenta dei tubercoli (carattere tipico delle leguminose). I tubercoli radicali sono il frutto dell’azione di batteri simbiotici azotofissatori del genere Rhizobium naturalmente presenti nel terreno. Le foglie sono alterne, pennate, composte da 1 fino a 8 paia di foglioline, terminanti con un cirro semplice. I fiori sono piccoli, bianchi, portati in numero da 1 a 4 su infiorescenze ascellari. La lenticchia è pianta a sviluppo indeterminato e può presentare legumi quasi maturi sui nodi bassi e fiori su quelli più alti. La fecondazione è di norma autogama. I legumi sono appiattiti e di solito contengono 1 o 2 semi rotondi, lenticolari, di diametro variabile da 2 a 8 mm. Sono presenti due sottospecie, la macrosperma con semi grossi (peso 1000 semi oscillate tra 40 e 80g), e la microsperma con semi piccoli (peso 1000 semi oscillate tra 10 e 40g). Il colore dei semi varia dal grigio-bruno al marrone.
Esigenze pedo-climatiche: La lenticchia è coltura diffusa nelle aree svantaggiate a clima temperato, semiarido dove, grazie alla brevità del ciclo biologico e al ciclo autunno-primaverile, nonostante la siccità ricorrente riesce a dare produzioni soddisfacenti. Il suo ciclo colturale può variare da 3-4 mesi a 5-6 a seconda che la semina sia primaverile (ambienti più freschi e umidi) o autunnale (ambienti più aridi e secchi). Per quanto riguarda il terreno la lenticchia manifesta una grande adattabilità anche a terre di fertilità media e bassa, di tessitura da argillosa a limo-sabbiosa, pur se ricchi di scheletro, di reazione da sub-acida a sub-alcalina. Poco adatti alla lenticchia sono invece i terreni di alta fertilità o con eccessiva umidità, e quelli salini. Su terreni calcarei la lenticchia dà un prodotto poco pregiato, di difficile cottura.
Principali avversità: La lenticchia presenta problemi fitosanitari in genere meno gravi di altre leguminose da granella, tuttavia diversi nemici possono concorrere a limitarne le rese. Tra le avversità crittogamiche di maggiore incidenza ricordiamo i marciumi radicali e la ruggine. Tra gli insetti i danni più seri sono provocati da coleotteri curculionidi del genere Sitona, da afidi e dal lepidottero Etiella zinckenella.
Tecnica colturale: La preparazione razionale del terreno per la lenticchia consiste in un aratura di media profondità (25-35 cm), che favorisca l’approfondimento delle radici e quindi l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse idriche e nutritive più profonde, e in un ripasso per raffinare il letto di semina. La lenticchia è una classica specie miglioratrice e pertanto la precessione colturale migliore è quella con una sfruttante come i frumenti. La semina della lenticchia in Italia si fa in novembre nelle zone basse, in marzo-aprile nelle zone di elevata altitudine. La più razionale tecnica di semina è la seguente: 80-120 Kg/ha di semi (circa 350 semi per metro quadrato), seminati con le comuni seminatrici da frumento a file a 15-25 cm alla profondità di 3-4 cm secondo la grossezza del seme (più questo è grosso, più in profondità può essere seminato). La concimazione della lenticchia va fatta con 30-60 Kg/ha di P2O5; in terreno povero di potassio con 50-80 Kg/ha di K2O. L’azoto non è necessario. In copertura utili possono essere sarchiature e rincalzature per evitare che venga sopraffatta dalle infestanti. Le erbe infestanti costituiscono un serio problema per la lenticchia che nella fase iniziale del ciclo cresce lentamente e che è dotata di scarso potere soffocante. Sarchiature a macchina non si possono fare date le file strette, per cui la scerbatura a mano è stata ed è tuttora il più usato sistema di controllo delle malerbe. Buoni risultati si ottengono con il diserbo in pre-emergenza o in post-emergenza.
Raccolta, caratteristiche agronomiche, resa e utilizzazione: Le piante tagliate, o più spesso, estirpate vengono lasciate in campo disposte in mucchietti a completare l’essiccazione. Dopo di che vengono trasportate sul luogo della sgranatura. La produzione in granella è di circa 1.5 t/ha.
Provenienza: Capracotta (IS)
Distribuzione sul territorio: Capracotta (IS)